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Via degli Dei & Cammino Jacopeo italiano (ritornare a camminare)

Cammino Jacopeo italiano 2021

Ritornare a camminare (e nessuno o quasi lo saprà)

Dopo anni di progetti abortiti, non solo per le restrizioni da Covid, ritornare a camminare a settembre, il mese della fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

Ho sempre contato lo scorrere degli anni dal mese di settembre, mese in cui riprende la scuola, con tutti i suoi impicci burocratici che estenuano dal vero lavoro, di comunicare (oggi insegnare è parola-verbo troppo abusato) conoscenza.

Settembre per riprendere da dove si era stati costretti ad interrompere la vita normale e i progetti collegati.

Un Cammino piccolo, anzi due che diventano un unico piccolo percorso di circa 160 km, per ricominciare e rimettersi in gioco, alla prova anche con dislivelli da superare che per mesi ho girato in tondo in pianura, come un criceto sulla ruota della sua gabbietta, percorrendo anche decine i chilometri al giorno, ma sempre in piano.

Ricominciare nella prima settimana di settembre a piedi con lo zaino in spalla, che la bicicletta può attenere il suo turno.

Fare e rifare lo zaino come se fosse la prima volta, calcolando il peso al grammo ma in autonomia di acqua e cibo, quindi qualche chilo in più, per essere libero di decidere, come d’abitudine, dove fermarmi per la notte, senza dipendere da tappe prestabilite.

Ed ecco allora che la Via degli dei, da Bologna a Firenze e poi da Firenze a Pistoia, le prime due tappe del Cammino Jacopeo italiano (noto anche come Jacopeo minor), mi sembrava una buona opportunità (e non una sfida, che per me vuol dire altro) per mettere alla prova un fisico da diversamente giovane e ancora un po’ sovrappeso.

Alla fine ci sono riuscito, saltano però l’asfalto dell’ultima tappa della Via degli dei per il centro di Firenze e per rimettermi in cammino sul Cammino jacopeo per Pistoia dalla periferia della città, che l’asfalto inutile se posso lo evito anche con mezzi di trasporto e dedicare il tempo e fatica risparmiata a qualcosa di meglio.

Alla fine circa 160 km camminati, all’inizio a fatica e poi ritrovando ritmi a me familiari, con la gioia ritrovata di essere ancora una volta per sentieri e stradine, solo e senza aspettative, godendo finalmente del tempo della vita.

Cosa sono? Adesso non lo so
Sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso

Cosa sono? Adesso non lo so
Sono solo, solo il suono del mio passo

PFM – Impressioni di settembre

La Via degli Dei è bella, ma impegnativa per i dislivelli quotidiani, una media di 600-700 al giorno fino ai 1000 della tappa centrale. Un percorso che alla fine somma circa 3700 m in salita e altrettanti in discesa che Bologna e Firenze sono allo stesso livello del mare.

Una lunga camminata tra i monti dell’Appennino Tosco-Emiliano su antichi tracciati e sentieri riscoperti, compreso il tratto della strada romana Via Flaminia Militare.

Ma anche attraverso la triste e dolorosa storia della Seconda Guerra Mondiale con cippi e targhe che ricordano eventi tragici e tratti della Linea Gotica che divise l’Italia in due nell’inverno del 1944.

Al Passo de la Futa c’è il grande Cimitero Germanico, creato nei primi anni sessanta del secolo scorso, dove oggi riposano i resti di oltre 35 mila soldati tedeschi in tombe a due, come a tenersi compagnia in quel silenzio unico.

Un luogo per ricordare e non dimenticare l’assurdità della guerra.

E poi i tratti della strada romana, costruita dal console Gaio Flaminio nel 187 a. C. per meglio controllare la regione dopo aver sconfitto le tribù liguri.

 

Strada romana via Flaminia Minor

Sono stato fortunato, il tempo è stato ideale per camminare con le temperature di media attorno ai 25 gradi e lunghe camminate nei boschi che riparano dai raggi più cocenti nelle ore centrali del giorno. In caso di pioggia, anche recente, i sentieri s’infangano e il procedere diventa difficoltoso.

Una media di 20-25 km al giorno, su e giù stancante ma appagante per i luoghi attraversati e per i panorami che si aprivano allo sguardo.

Problemi? Solo alla caviglia destra, che come al solito mi ha fatto tribolare un poco, ma le bacchette da escursionismo (vi prego bacchette, bastoncini da escursionismo e non racchette come continuo a sentire e leggere; le racchette, come dice la parola, sono altro) sono state fondamentali e fedeli compagne di cammino.

Ho dormito un paio di volte all’aperto, (“wild” come senti dire), cosa possibile sulla Via degli Dei, ma con le dovute attenzioni, ed in un paio di B&B.

Per i sognatori di lunghi cammini la Via degli Dei può essere la palestra dove mettersi alla prova, camminare per più giorni con uno zaino di una decina di chili sulle spalle, gestendo l’acqua e il cibo, ma soprattutto il proprio andare per sentieri con dislivelli impegnativi ma accettabili anche per un neofita di lunghi percorsi.

Percorso Via degli dei (sito Toscana nove)

Arrivato a Firenze ho ritrovato la folla turistica e la città caotica, da cui sono fuggito. Le folle mi mettono ansia e, dopo una breve visita al centro storico, mi sono diretto verso la periferia dove mi sono immesso sul Cammino Jacopeo italiano verso Pistoia, ritrovando ancora una volta la felicità di percorrere sentieri e stradine in solitudine circondato ancora una volta dal suono del silenzio, perché il silenzio della natura ha proprio un bel suono …

Come pure la gioia di ritrovare, cosa rara in Italia, ospitalità pellegrina nella bella Pieve di San Giovanni Decollato a Montemurlo, sul colle all’interno dell’antica fortificazione e a metà strada da Prato ed anche a Pistoia dove la Confraternita Jacopea Italiana ha aperto da luglio un ostello per pellegrini accanto alla chiesa di Sant’Andrea a due passi dalla Cattedrale di San Zeno.

Anche questo è un Cammino ricostruito perché la Cassia, l’antica strada romana, è oggi ricoperta dell’asfalto e molto urbanizzata, per cui si va per larghi giri che la evitano, seguendo i simboli della Via Jacopea che ricordano, ovvio, quelli di Spagna, per i colli lungo sentieri del CAI, carrarecce e stradine secondarie, con rilievi mai troppo impegnativi e bei panorami sulla valle sottostante.

Pistoia è una bella cittadina dalla storia antica e dove nella Cattedrale di San Zeno è conservata l’unica reliquia, un frammento del cranio, di San Giacomo, riconosciuta in quanto donata dal vescovo di Santiago Diego Gelmirez nel 1139 al vescovo di Pistoia.

Ed anche qui c’è la Porta Santa che si apre per gli Anni Jacopei.

Come a Santiago di Compostela, se si dimostra di aver percorso i 55 km da Firenze a piedi con i timbri sulla Credenziale, rilasciano la Jacopea.

Il Cammino Jacopeo ricostruito continua per Lucca ed oltre, con diverse varianti per la Francigena tradizionale e Ligure e per Livorno.

Io invece ho terminato il mio camminare a Pistoia. Avrei voluto continuare fino a Lucca ed oltre, ma non è stato possibile, il tempo a mia disposizione ancora una volta era terminato.

Sono io sulla strada e nessuno può vedermi … non so cosa chiedere i più …

Royksopp – What else is there?

 

 

 

 

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