THE CANTERBURY TALES
When April with his showers sweet with fruit
The drought of March has pierced unto the root
And bathed each vein with liquor that has power
To generate therein and sire the flower;
When Zephyr also has, with his sweet breath,
Quickened again, in every holt and heath,
The tender shoots and buds, and the young sun
Into the Ram one half his course has run,
And many little birds make melody
That sleep through all the night with open eye
(So Nature pricks them on to ramp and rage)-
Then do folk long to go on pilgrimage,
And palmers to go seeking out strange strands,
To distant shrines well known in sundry lands.
And specially from every shire’s end
Of England they to Canterbury wend,
The holy blessed martyr there to seek
Who help ed them when they lay so ill and weal
…
( Geoffrey Chaucer, Racconti di Canterbury, Incipit – Prologo della Primavera)
Prologo della Primavera (traduzione)
Quando aprile con le sue dolci piogge ha penetrato fino alla radice la siccità di marzo, impregnando ogni vena di quell’umore che ha la virtù di dar vita ai fiori, quando anche Zeffiro col suo dolce soffio ha rianimato per ogni bosco e per ogni brughiera i teneri germogli, e il nuovo sole ha percorso metà del suo cammino in Ariete, e cantano melodiosi gli uccelletti che dormono tutta la notte ad occhi aperti, (tanto li punge al cuore la natura), la gente allora è presa dal desiderio di mettersi in pellegrinaggio e d’andare come palmieri per contrade forestiere alla ricerca di lontani santuari variamente noti, e fin dalle più remote parti d’ogni contea d’Inghilterra molti si recano specialmente a Canterbury per visitare il santo martire benedetto che li soccorse quand’erano malati e infermi …