• Sab. Apr 20th, 2024

LA VIA FRANCIGENA

da Canterbury al Passo del Gran San Bernardo

Dopo qualche giorno dal ritorno dalla Via Francigena d’oltralpe ho iniziato a mettere ordine agli appunti e documentazione raccolta lungo il precorso, un bel pacco di carta.

Poi rileggendo il quaderno di viaggio, estraendo i dati per ricostruirlo, ho vissuto come un gioco sciocco, una “tonteria” come la chiamano gli spagnoli dei lunghi Cammini, cercare di quantificare i 1.400 km percorsi con i numeri.

La “conta” dell’essere stato su un Cammino storico: i km percorsi, le persone incontrate, le soste, bevute, mangiate, luoghi dove ho sostato  o dormito, città, paesi, chiese, abbazie, ecc.

Di fatto è stata l’unica volta che ho ricostruito con i numeri il Cammino percorso.

La Via Francigena da Canterbury al Passo del Gran San Bernardo alla ricerca dei luoghi elencati nel breve elenco de vescovo  Sigerico.

La domanda che ritrovavo negli appunti prima del riposo notturno, cercando di immaginare come il percorso doveva essere oltre mille anni fa:

“Ma è veramente passato di qua?

Seguendo le tappe, erroneamente considerate un diario ed invece è solo uno scarno elenco di località dove propbabilmente ha sostato per la notte e a cui oggi gli storici hanno dato i nome di Via Francigena e con ancora qualche località dell’elenco sigericiano da attribure il nome moderno.

Sono partito da Canterbury, dopo un lungo viaggio di avvicinamento come piace a me: Treno per Parigi + Bicicletta per Calais + Traghetto per Dover + Treno per Canterbury.

L’alternativa più comoda per i frettolosi: aereo per Londra, treno per Canterbury in un solo giorno di viaggio.

L’itinerario di Sigerico, date le attuali caratteristiche di lunghezza, problemi di accoglienza pellegrina, scarse e a costi accettabili, soprattutto in Svizzera, è un percorso dove utilizzare la bicicletta diventa un buon compromesso, ma sempre a ritmo lento.

Io poi ero alla ricerca della storia, del percorso ricostruito, di alloggi che non sforassero la mia disponibilità economica quotidiana, quindi anche campeggi con piccola tenda al seguito.

Avevo tempo e quello che ho impiegato per arrivare al passo del Gran San Bernardo / Aosta, per i ciclisti che hanno fretta, si arriva comodamente a Roma.

Sono circa 79 tappe indicate dall’arcivescovo da Roma sulla via di ritorno a Canterbury, anche se di qualcuna gli storici non sono ancora del tutto sicuri sul nome moderno da attribuire ed inoltre oltre all’errore di numerazione tra la 79 e 80 tappa, non c’è traccia delle probabili ultime due da Dover a Canterbury.

Nello specifico le tappe elencate sono: 48 in Italia, 7 in Svizzera e 24 in Francia.

Le varie Guide in lingua non italiana, pubblicate nell’ultimo decennio, non riportano i chilometri da Canterbury a Roma in modo univoco: 2100, 1900, ecc. Forse dipende dalle numerose varianti che negli anni sono nate anche nei tre stati europei sotto la denominazione di Via Francigena

Sono circa 1.000 i km da Canterbury al Passo del Gran Bernardo se si segue il percorso ricostruito dalle Associazioni della Via Francigena svizzere e francesi che si sono attenute a quanto elencato da Sigerico.

Ho percorso il tratto d’oltralpe della Via Francigena: Canterbury – Gran San Bernardo – Aosta in 25 giorni, con lunghe deviazioni per cercare quello che ancora non c’era, una sorta di “caccia al tesoro”: segnaletica, luoghi di alloggio, ecc.

E ciò ha comportato a percorrere oltre 1400 km, con una media giornaliera che variava dai 50 ai 60 km.

I numeri rilevati dal quaderno di viaggio.

Dormito in 25 luoghi diversi:

10 sul pavimento,

1 su tavolo,

2 volte in letti di albergue,

4 volte in alberghi della gioventù,

2 volte ospite di famiglie,

5 in campeggio,

1 sotto le stelle nei pressi di un cimitero di un paesino.

19 volte colazione al bar (caffè americano, briosce o altro).

15 volte nei bar per un caffè o birra e limonata

Ho mangiato:

2 volte in ristorante,

2 volte in pizzeria,

5 volte ospite di famiglie, preti generosi e curiosi del mio andare lungo quell’antica via.

Il resto scatolette, panini e molta verdura e frutta.

Essere idratato a sufficienza era la mia principale preoccupazione e, fatta eccezione per quanto bevuto nel corso dei pasti in famiglia o al ristorante e pizzeria, mediamente ho bevuto:

5 litri di liquidi giornalieri: acqua -comprata in bottiglie da 2 litri- e associata ad una lattina di coca o simili (una lattina al giorno era la dose quotidiano), birra, succhi di frutta oltre a l’acqua delle fontanelle, quelle sicure, che trovato e dove rinnovavo l’acqua delle mie borracce.

Pellegrini incontrati

Una decina in tutto, ma nove facevano il percorso a tappe per completarlo in diversi anni.

Alla terza tappa in Francia la suora di un convento, dove mi ero fermato per riposare, mi ha detto: “Ne sono passati moltissimi nell’ultimo anno. Lei è il venticinquesimo … l’ultimo 2 settimane fa! Però lei è il primo italiano da anni!”

Una giovane americana, incontrata dopo una settimana, percorreva la Via Francigena di cui aveva letto, con un piccolo cane facendo pochi chilometri al giorno. Era sconsolata perché il cagnolino che la seguiva fin dal primo giorno non la lasciava mai e lei non se la sentiva di abbandonarlo: “Ho solo un mese per arrivare in Italia e sono sempre alla ricerca di acqua per lavare e far bere il cane. Mi sta rallentando moltissimo”

Un solo italiano, incontrato a circa metà della Via Francigena in Francia, ma faceva il percorso dal Passo Gran San Bernardo a Canterbury e senza preoccuparsi troppo delle spese mi ha raccontato tra le altre cose: “Mi hanno rubato il quaderno con i miei appunti di viaggio, lo tenevo in tasca, forse credevano fosse il portafoglio o forse l’ho perso”

Oltre 5000 fotografie scattate, molte per fissare il nome della località attraversata, sorta di diario d’immagini.

Quattro vesciche (due per piede), perché ho camminato molto, come mi piace fare, spingendo la bicicletta.

Una bella scottatura alle braccia presa il primo giorno in Francia tradito dal cielo coperto e ventoso, costata una settimana di cure con periodiche medicazioni.
Dolori fisici diffusi, tipici da lunghi Cammini, nonostante percorressi tappe brevi con molte soste.

Una media di circa 8 ore al giorno di strade e sentieri per un totale di circa 200 ore

Dieci giorni di pioggia, di cui uno da tregenda.

Sette giorni di vero sole con punte anche di 35 gradi nella Francia continentale

Otto giorni di cielo coperto e incerto.

Freddo intenso e neve nella risalita al passo del Gran San Bernardo il 28 luglio, dove ho trovato la temperatura a meno 2!

Di quella esperienza nel 2010 ne è sortita una guida: la prima guida italiana della Via Francigena d’oltralpe, che poi negli anni altri hanno saccheggiato per scrivere le loro, ne ho trovate tracce perfino in un sito spagnolo.

Nota

Per chi volesse continuare dal Passo del Gran San Bernardo fino a Roma diventa tutto più facile e organizzato cosa che fino a qualche anno fa non era.

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